Vulture: Cosa vedere e cosa visitare - dangelowine (2024)

Monte VultureLaghi di MonticchioRiserva di GrotticelleCascate di San Fele

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Il Monte Vulture

Il Monte Vulture, con i suoi sette colli e i due laghi vulcanici, rappresenta uno dei luoghi più suggestivi della Basilicata.

Si erge nella zona nord della Basilicata, al confine con la Puglia e la Campania e si eleva fino a 1326m di altezza.

È l’unico Vulcano esistente sul versante adriatico dell’Appennino Centro Meridionale, le sue ultime manifestazioni vulcaniche risalgono a 130.000 anni fa presso i due crateri che oggi accolgono i due pittoreschi Laghi.

L’origine vulcanica del Vulture ha condizionato il paesaggio e la stessa natura dei nostri Luoghi. Lave, ceneri e lapilli hanno dato origine a terreni molto fertili. Per questo motivo le pendici del vecchio vulcano sono avvolte da rigogliosi boschi di querce, fa*ggi e castagni che catturano l’umidità e regolano il clima di tutta l’area circostante.

E’ la stessa matrice vulcanica del sottosuolo che rende il Vulture la terra di uno dei vitigni più pregiati nel panorama enologico nazionale: l’Aglianico, che in questo territorio raggiunge altissime vette espressive, grazie alla particolare spugnosità del terreno.

La natura vulcanica del suolo ha inoltre influenzato profondamente le falde idriche, originando numerose sorgenti di acque minerali che vengono imbottigliate ed esportate in tutta Italia e rappresentano una delle tante attrazioni turistiche.

Immergendosi all’interno dei suoi boschi, a tratti impenetrabili, percorrendo i vari sentieri, è semplice essere catapultati nel passato, in quei luoghi che furono il teatro delle gesta di cavalieri normanni, svevi e angioini e che, nello scorso secolo, costituivano il rifugio sicuro del “Generale Crocco” e dei suoi numerosi Briganti, braccati dall’esercito dell’Italia ormai unita.

I Laghi di Monticchio

L’azione vulcanica del Monte Vulture, cessata 130.000 anni fa, ha lasciato il posto a due suggestivi laghi che evocano quiete e dolcezza: il Lago Piccolo e il Lago Grande.

Il Lago Piccolo, Riserva Naturale dal 1984, rappresenta, insieme al Lago Grande e alla foresta che avvolge il massiccio vulcanico, una realtà davvero unica dal punto di vista naturalistico.

La ninfea, per esempio, che ha un ruolo essenziale per il mantenimento degli equilibri dell’ecosistema lacustre, trova qui il suo habitat naturale ed è raro trovarla in altri luoghi del Meridione.

I Laghi svolgono una particolare azione termoregolatrice creando microclimi unici sui versanti interni del massiccio montuoso. Questo fenomeno, denominato inversione delle fasce climatiche, permette, ad esempio, la crescita della quercia ad una quota di altezza superiore a quella del fa*ggio e la coesistenza del fa*ggio con il leccio.

I due laghi hanno entrambi forma ellittica ma, se ad un primo sguardo sembrano somigliarsi, in realtà hanno una conformazione molto diversa.

Il Lago Grande ha una cavità ad imbuto con bassifondi estesi, mentre, il Lago Piccolo presenta sponde piccole e profonde fin da subito.

Le acque del Lago Piccolo, alimentate da sorgenti subacquee, giungono al Lago Grande attraverso un ruscello, per poi defluire verso il fiume Ofanto attraverso, un affascinante viaggio che, in alcuni punti, con delle piccole cascate, raggiunge livelli di bellezza naturalistica davvero singolari.

La Riserva Grotticelle e la Bramea di Hartig

La Riserva Naturale Orientata di Grotticelle è la seconda area protetta del Vulture. E’ stata istituita nel 1971 per tutelare una parte di habitat della Bramea (Acanthhobrahmea europea), una grande farfalla notturna di un genere molto raro un tempo ritenuto assente in Europa.

La Riserva si trova alle falde del Vulture e si estende per 209 ettari passando dai 250 agli 800 metri di altitudine. Ed è proprio nella zona più alta che troviamo le rovine del fortilizio della medievale “Monticulus”, detto anche il “Castello di Monticchio”.

Le Cascate di San Fele

Chiudiamo il nostro tour naturalistico con un’altra importante attrazione: le Cascate di San Fele denominate “U Uatteniere”.
Il loro nome deriva dal termine dialettale utilizzato per indicare la “gualcheria”, quel macchinario utilizzato negli antichi opifici che, trovandosi a ridosso delle cascate, sfruttava la forza dell’acqua per battere la lana al fine di renderla meno ruvida e più resistente.
Le cascate sono il frutto dei salti di quota che il fiume Bradano è costretto ad effettuare lungo il suo percorso verso il mare Adriatico.

Per vivere pienamente il sublime paesaggio, sono numerosi i sentieri che possono essere percorsi che variano sia per difficoltà che per lunghezza.
In estate, alcune delle cascate sono persino balneabili.

Abbazia di San MicheleAbbazia di San IppolitoAbbazia SS. Trinità e Incompiuta

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Abbazia di San Michele

Basiliani, Benedettini, Agostiniani e Cappuccini, sono questi gli ordini che hanno caratterizzato la storia dell’Abbazia di San Michele.

L’imponente mole bianca, costruita intorno alle preesistenti grotte abitate dai monaci basiliani nell’VIII secolo, si specchia sul Lago Piccolo dominando il paesaggio circostante. Furono i Cappuccini, nel 1608, ad intraprendere i lavori con cui l’edificio assunse l’aspetto odierno.

Particolarmente suggestiva, la Grotta dell’Angelo è adornata di affreschi che risalgono alla metà dell’XI secolo.

Le sale, che un tempo erano adibite ad un convento, ospitano Il Museo di Storia Naturale del Vulture, il luogo ideale per gli appassionati di flora, fauna e biodiversità.

Abbazia di San Ippolito

Le rovine dell’Abbazia Benedettina di San Ippolito, un antico edificio di culto risalente all’età paleocristiana, si trovano sulla lingua di terra che separa i due Laghi di Monticchio.

L’Abbazia di S. Ippolito (Benedettina) e l’eremo Basiliano (Abbazia di San Michele) vissero a pieno lo scontro tra Oriente e Occidente, fronteggiandosi sulle rive del Lago Piccolo quando intorno all’anno 1000 maturò la divisione tra la chiesa latina di Roma e quella Ortodossa di Costantinopoli.

L’Abbazia, ancora oggi soggetta a studi di approfondimento, venne distrutta da un terremoto nel 1456 e definitivamente abbandonata.

Abbazia SS. Trinità e Incompiuta

Il nostro viaggio alla scoperta degli affascinanti luoghi di culto del Vulture, situati intorno alla nostra Cantina, continua con il Complesso della Santissima Trinità.
Contraddistinto da una storia lunga 1000 anni rappresenta uno dei luoghi più sacri di tutta la Basilicata.
Le diverse stratificazioni degli stili ereditati da Romani, Longobardi e Normanni creano una sinfonia architettonica davvero unica.

L’Abbazia, o “Chiesa Antica”, è stata costruita intorno al XI secolo dai Benedettini, prima dell’arrivo dei Normanni, assorbendo la preesistente struttura paleocristiana del V secolo.
Nel XII secolo i Benedettini, decisero di ampliare la struttura della Chiesa con un progetto dalle enormi ambizioni che non venne mai terminato.
Il risultato è la splendida “Incompiuta”, un monumento che dona senso di pace e solennità.

E’ semplice lasciarsi rapire dalla solidità delle sue costruzioni che hanno saputo resistere a terremoti, continui passaggi di consegna e decadenze, nonostante l’utilizzo, per la sua edificazione, di materiali di fortuna di costruzioni preesistenti dalla evidente asimmetria.
La splendida sequenza di colonne dai bellissimi capitelli, il pavimento d’erba ed il cielo a mò di volta, donano al visitatore, un’esperienza spirituale unica, onorando le intenzioni di chi, secoli fa, la progettò.

Castello di LagopesoleCastello di MelfiCastello di Venosa

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Castello di Lagopesole

Il castello, imponente ed elegante, domina la valle che lo circonda. Visibile da grande distanza regala ai visitatori un colpo d’occhio davvero spettacolare.

La sua straordinaria posizione venne, inizialmente, sfruttata dai bizantini che, qui, costruirono il loro castrum.
Successivamente fu ampliato dai Normanni e, intorno al XIII secolo, divenne la dimora di Federico II dove poter praticare la caccia con i falchi.
In seguito, fu la dimora di Manfredi, figlio illegittimo di Federico II e, ultimo sovrano svevo del Regno delle Due Sicilie.
Il Castello, infine, si trasformò in rifugio dei Briganti quando, nel 1861, Carmine Crocco lo occupò con i suoi uomini.

Posto sulla cima del colle, vi si arriva attraverso una ripida strada con l’ultimo tratto a doppia curva per rallentare la corsa di eventuali assalitori.
L’aspetto del castello, dalla pianta a forma di rettangolo irregolare, ha i caratteri delle costruzioni federiciane ma, a differenza della classica forma a esagono, adottata nel periodo di Federico II, presenta la particolarità di essere diviso nettamente in due cortili.

Al suo interno, vari percorsi museali impreziosiscono la visita del Castello: il Museo Archeologico, il Museo Narrante e il Museo dell’Emigrazione Lucana.

Castello di Melfi

La tradizione vuole che, il monumentale castello di Melfi, sia stato costruito sui resti di una rocca normanna, eretta da Roberto il Guiscardo come avanzamento delle mura di cinta fortificate.

Per soddisfare le esigenze dei vari proprietari, che si sono susseguiti nelle diverse epoche (normanni, svevi, angioini e aragonesi), il Castello, ha subito numerose modifiche ed ampliamenti, oggi pienamente visibili.

Teatro di importanti avvenimenti storici, il Castello fu sede di cinque concili ecumenici e, nel corso del Terzo, convocato nel 1089 da Papa Urbano II, venne indetta la Prima Crociata in Terra Santa.

Sempre qui, nel 1231, Federico II di Svevia promulgò le Constitutiones Augustales, il primo testo organico di leggi scritte in età medievale, che rappresentano un’importantissima opera nella storia del diritto.

Oggi, al suo interno, è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Vulture Melfese con la sua esposizione di armature, elmi e gioielli delle varie popolazioni che vissero in questa zona.

Castello di Venosa

Il nostro viaggio, alla scoperta dei Castelli del Vulture, continua a Venosa, annoverata tra i Borghi più belli d’Italia.

Fondata dai romani nel 291 a.C., diede i natali al grande poeta latino Quinto Orazio Flacco che, qui, trascorse tutta la sua adolescenza instaurando con le pendici del Vulture un legame profondo.

Il castello di Venosa è stato edificato nel 1470 da Pirro del Balzo.

Venne inizialmente progettato come fortezza difensiva, come testimonia il profondo fossato che lo circonda, venne successivamente trasformato in residenza e poi convertito in sede della Biblioteca e del Museo Archeologico Nazionale.

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Author: Greg O'Connell

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